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Milano, (Mi) Italia
Casa fronte parco | con: Domenico Farinaro
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Le caratteristiche insediative dell’edificio oggetto dell'intervento sono collegate alle trasformazioni, reali e potenziali, del settore urbano che ha come limiti a ovest il bordo verso l’Arena e il parco Sempione, a est il c.so Garibaldi, a nord “Porta Tenaglia” e verso sud l’ultima propaggine del Foro Buonaparte. I danni bellici alimentarono lo sviluppo delle aspirazioni intensive anche in questa parte di città, in cui è evidente la forte alterazione tipologica e insediativa del tessuto derivata dagli schemi del piano di ricostruzione in parte assunti dal PRG del 1948; l’edificio oggetto dell'intervento, la cui costruzione è stata completata nel 1959, è testimone di queste vicende e rappresenta comunque un buon esempio di architettura urbana. E' costituito da un corpo in linea di sette piani fuori terra perfettamente simmetrico, il cui fronte è articolato dall’arretramento della porzione centrale del corpo di fabbrica a formare due avancorpi laterali. Al piano attico il telaio strutturale che emerge dalle murature sottostanti è strutturato come un sistema trilitico con il compito di creare un deciso effetto chiaroscurale che alleggerisce la percezione di quest'ultimo piano, favorendo la lettura a grande scala dell’edificio che sembra coscientemente sfruttare la profondità di campo visivo a disposizione nella invidiabile posizione rispetto al Parco Sempione e all’Arena Napoleonica.
Il progetto affronta il recupero di parte del sottotetto da collegare all’appartamento al piano sottostante che vive della contraddizione tra l'articolazione simmetrica dell'edificio e l'asimmetria generata dal poter recuperare una sola porzione dello stesso, modificando solo parzialmente la sagoma della copertura. La nuova copertura è una superficie continua rivestita in lastre di zinco-titanio che si estende espressivamente anche alla porzione non interessata dal recupero, ridisegnando la continuità tra le due parti del tetto con sezione differente. Il progetto individua e persegue un preciso obiettivo architettonico, evitando di instaurare un diretto rapporto con le direttrici e gli elementi architettonici esistenti, dove nessun tipo di adesione formale al linguaggio dei piani sottostanti poteva rappresentare una strada percorribile. Lavorando di contrappunto, accettando ed enfatizzando l'asimmetria compositiva, il fattore potenzialmente negativo del carico urbanistico e dell’alterazione dell’equilibrio esistente, crediamo restituisca più di quanto tolga, "perché quell’equilibrio si sposti ma non venga infranto".